La Tina chiama e Seavessi risponde, anche perché la chiamata è davvero irresistibile. Un elenco (la Tina ne ha messi 5 ma Seavessi se ne è concessi due di più) dei nostri eroi di carta.
Sembra niente, dire eroe di carta.
Ma Seavessi è da sempre vittima di una fantasia che non sa controllare, che le colora il mondo intorno.Uno dei sintomi della ritrovata serenità di Seavessi è che ha ricominciato a innamorarsi due volte la settimana.
Seavessi si innamora di una frase (tanto per dirne una, è andata in visibilio per un commento di
Stresserentola:
lo scrivere non è altro che una forma raffinata di silenzio), Seavessi si innamora dei protagonisti dei libri, Seavessi si innamora di Michael Stipe. E’ il modo di Seavessi di essere se stessa.
Quindi questa è la mia, estemporanea, lista di personaggi purtroppo fantastici, ma che nonostante questo, o proprio per questo, hanno un posto importante nella mia vita.
- Mauro Belli, do you know? La sera in cui è “morto”, Seavessi era in conf call con tre colleghe (vedi le meraviglie della tecnologia) e tutte quante singhiozzavano come vitellini di latte, mentre i mariti perplessi valutavano se chiamare il 118 o abbandonare le consorti al loro triste destino e andare in cucina a leggere Tuttosport. NB le virgolette di “morto” sono perché Seavessi in fondo in fondo continua a sperare che prima o poi si scopra che non era morto ma solo rapito dagli alieni o da uno sceicco arabo o qualcosa del genere.
- Ray Kinsella. Questo è più difficile, è il protagonista di un film non troppo noto, L’Uomo dei Sogni, con Kevin Costner. Qui forse solo Lucy capirà fino in fondo l’attrazione morbosa di Seavessi per questo film; in sostanza Ray Kinsella è un agricoltore che vive con la famiglia nell’Iowa, e a un certo punto sente una voce che gli dice di costruire un campo da baseball, se lo costruisci lui ritornerà. Argh, non riesco a spiegarmi, andatevi a vedere il film che vale la pena.
- Darcy – quello vero del libro, non il marito di Liz ;-). E dai, chi non si è mai innamorata di Darcy??? E’ una tappa imprescindibile dell’educazione sentimentale.
- I personaggi di Hotel New Hampshire (il libro di Irving, non il film), tutti, ma per dirne uno diciamo Franny. Sono tutti personaggi di sogno, eroi ognuno a modo loro, ognuno a suo modo impegnato a continuare a passare oltre le finestre aperte.
- Dylan Dog. OOOOOOOOOOOOOOh my, quanto l’ha amato Seavessi... quanto lo ama ancora. A parte che le ha fatto lo splendido regalo di dare il suo nome a una delle protagoniste degli album più belli (sì, il n.74, proprio lui, Dylandoghiste del mi corazon). Come si fa a non amare Dylan? Ironico, triste, allucinato, innamorato. Non si può non amare alla follia Dylan (e Groucho).
- Curls il sarcastico. È un personaggio di un fumetto meraviglioso che si chiama B.C., di Johnny Hart., che parla delle vicende di questo gruppo di omini preistorici. Molte strisce sono autentici gioielli, e Seavessi in particolare ama quella incui B.C., il protagonista, introduce un nuovo personaggio al gruppetto.
BC _amici, vi presento Curls il Sarcastico.
Amici _ciao Curls, dicci qualcosa di sarcastico.
Curls _piacere di conoscervi.
- Jack Folla, il mitico Jack Folla, creato da Diego Cugia e protagonista di Alcatraz, voce di monologhi di una bellezza disarmante, fra cui questo, molto famoso, che sicuramente avrete già letto, ma che Seavessi vorrebbe cogliere l’occasione per dedicarvi, a tutte voi – a tutte noi.
Ognuna a suo modo, siamo tutte donne in rinascita.
Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi, dopo la catastrofe, dopo la caduta, che uno dice…è finita. No. Finita mai, per una donna. Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina antiuomo che ti fa la morte o la malattia. Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l’esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina hai un esame peggio che a scuola….Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà, deciderai se sei all’altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno e questo noviziato non finisce mai, e sei tu che lo fai durare. Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo, che sei terrorizzata che una storia ti tolga l’aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno si infiltri nella tua vita.
Peggio, se ci rimani presa in mezzo tu, poi ci soffri come un cane. Sei stanca. C’è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto, e così stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre….”io sto bene così, sto bene così, sto meglio così”…e il cielo si abbassa di un altro palmo.
Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasque, in quell’uomo ci hai buttato dentro l’anima, ed è passato tanto tempo e ce ne hai buttata talmente tanta, di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio, perché non sai più chi sei diventata.
Comunque sia andata, ora sei qui. E so che c’è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi stretta. Nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine, ed è stata crisi. E hai pianto. Dio, quanto piangete. Avete una sorgente d’acqua nello stomaco. Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino. Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.
E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l’aria buia ti asciugasse le guance.
E poi hai scavato, hai parlato…quanto parlate ragazze. Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore….”perché faccio così?”…”com’è che ripeto sempre lo stesso schema?”…”sono forse pazza?”…Se lo sono chiesto tutte. E allora… vai, giù con la ruspa nella tua storia, a due, quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli, un puzzle inestricabile.
Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi? E’ da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai. Perché una donna ricomincia comunque. Ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova “te”, perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa. Non puoi più essere quella di prima, prima della ruspa…
Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente, innamorarsi di nuovo di sé stessi o farlo per la prima volta è come un diesel, parte piano. Bisogna insistere, ma quando va in corsa… E’ un’avventura ricostruire sé stesse, la più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende, o dal taglio dei capelli.
Io ho sempre adorato donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo “sono nuova” con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo. Perché tutti devono vedere e capire…”attenti…il cantiere è aperto…stiamo lavorando per voi… ma soprattutto per noi stesse…”.
Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia, per chi la incontra e per sé stessa. E’ la primavera a novembre, quando meno te la aspetti.