venerdì 27 luglio 2012

Seandassi in panico. E in vacanza.

Ohlala, ci siamo sbizzarrite neh a fare l'elenco degli indesiderabili?

Seavessi vorrebbe commentarli uno per uno, i vostri elenchi, e non è detto che con un po' di fortuna on ci riesca.
Oggi no però.

Oggi Seavessi c'ha il panico da valigia. Domani a Dio piacendo si parte per le vacanze, e Seavessi ha perso completamente la tramontana. Infatti blogga per non fare ulteriori danni e calmarsi un attimo.
MaritoNP naturalmente s'è dato, ricomparirà stasera forse, o forse no, non è completamente rilevante purché domattina si presenti a guidare la macchina.

Seavessi, come credo tutti, è partita con l'idea _ah non mi porto praticamente niente, due magliette e un jeans a testa e i costumi.

e una felpa.
e il cappellino.
e i braccioli.
e l'accappatoio.
e la crema.
e i pannoli.
e il latte.
e i bibe.
e gli omogeneizzati
e la crema di tapioca.
e il termos per il latte.
e l'acqua panna (6 litri) per fare il latte.
e l'orsacchiotto di Revoluciòn.
e quello dell'Infanta.
e il detersivo per lavare i biberon.
e il sapone di marsiglia per lavare i bavaglioli.
ops, i bavaglioli. 25, per sicurezza.
e un altra felpa.
e le calze metti che fa freddo.
e le medicine metti che s'ammalano.
e la tuta da sci metti che nevica.


No, perchè forse voi non sapete, ma è noto ai più, che i lidi ferraresi e in particolare l'albergo dove andrà Seavessi (il cui cuoco ha giurato su quanto ha di più caro, immagino il set di coltelli, che preparerà LUI le brode, impedendo così a Seavessi di mettere in macchina anche una cassetta di verdura e il bimby), si trovano al centro di una landa desolata, raggiungibile solo con rischiosi viaggi in carovana scortati da pistoleri armati fino ai denti, landa in cui è mortale avventurarsi senza omogeneizzati crema solare e cappellini. E tapioca.


Chè mica li vendono lì eh. Mica c'è le farmacie e i super.

Mica son famosi per il turismo a misura di famiglia.
Spetta mo che andiamo a vedere il sito della farnesina, che non sia una meta sconsigliata.

Santo cielo, a volte è orribile essere Seavessi. 

A volte invece no :-)

Seavessi ha ricevuto una proposta molto carina, quella di andare a Italia in Miniatura e raccontare la gita iin un post.

(a quel punto della mail FLASHBACK compare Seavessi piccola che vede le foto di MiniItalia su Topolino, vicino alla pubblicità della pista delle macchinine, e non sa quale vuole di più)

Più avanti, la mail di proposta proseguiva proponendo questo:



ora, voi capite che la sola idea ha sbuffato via lo strato di adultaggine che a volte adombra il cranio di Seavessi, tipo zucchero a velo sul pandoro.
Seavessi DEVE avere la bambolina della MiniInfanta.

Voi capite vero?

Quindi, se qualcuna è lì in giro, sapevatelo che il 31 luglio Seavessi va a Italia in Miniatura. E' quella col passeggino verde acido, l'aria ebete, una bambolina bionda per mano e una bambolina bionda IN mano.








mercoledì 25 luglio 2012

The B side of the moon.

Lo aspettavate eh?

sì che lo aspettavate.
Seavessi pure lo aspettava, non trascurando tuttavia di interrogarsi sul perchè lei stessa e le sue blogamiche mostrino tanto entusiasmo al pensiero di elencare chi gli sta sulle pelotas, anzichè il contrario.

del resto ognuno ha il blog e i follower che si merita, no? Se qui fosse tutto un cuoricino stellina ciccino amichetta non sareste qui. E Seavessi neanche.

Che idea fantastica, un blog fantasma, parole scritte da nessuno per nessuno, lasciate a galleggiare lì, magari neanche trasmesse (con tanto amore neh Vodafone, sempre con tanto amore).

Tornando a bomba. Andiamo col lato B della lista, abbandoniamoci al lato oscuro dell'elenco. Magari hanno i biscotti.

Vale la premessa fatta ieri su fb, che è vietato offendersi. Chissà in quante delle vostre liste rientrerebbe Seavessi, come minimo in tutte quelle che includono _chi mi guarda storto senza motivo.

Perché dunque Seavessi potrebbe guardare storto qualcuno? E chi?

1- quelli che leggono giornali che non le piacciono. Mica solo in senso politico, per quanto Seavessi non abbia problemi ad ammettere di avere dubbi sulla forma mentis di uno che compra Il Giornale. Ma non solo. Anche quelli, per dire, che leggono Sudoku Oggi invece di Settimana Sudoku. Oppure libri che non le piacciono. Oppure libri che le piacciono, ma senza il dovuto entusiasmo, o senza dimostrarsi disposti ad aprire sul momento un dibattito su detto libro. Sì, è schizofrenia allo stato puro. D'altra parte è così.

2- quelli che gli chiedi come stai, e partono con un elenco delle loro magagne che neanche wikipedia. A meno che tu non sia mia sorella o equivalente, a cui chiedo come stai tenendole le mani e fissandola con affetto, la risposta corretta a come stai è BENE, GRAZIE. Ti sto salutando educatamente, non mi frega sul serio se hai un callo infetto.

3- i ritardatari. Soprattutto quelli che non avvertono. Seravessi appartiene alla trista genìa di chi arriva sempre un quarto d'ora prima, se tu tardi un quarto d'ora fa già mezz'ora e io mi strarompo le balle.

4- quelli che ti parlano col cicles in bocca. Se avessi voluto parlare con una mucca sarei andata in un pascolo, grazie.

5- quelli che portano in giro bambini firmati dalla testa ai piedi, che a dieci metri di distanza non vedi il bambino, vedi solo il logo. E poi s'incazzano se il pargolo spatascia la camicia ralph lauren  da 240 euro di gelato alla fragola. ma scemo te che non sei andato all'oviesse.

6- quelle che al parchetto di parlano per dieci minuti della loro bimba Camilla, e poi arriva il marito e scopri che la bimba Camilla è un cane. No. Il Signore nella Sua Infinita Bontà ha creato la parola Bambino e la parola Cane, se son due parole diverse usiamole a modo.

7- quelli che cercano di propinarti una causa, idea, posizione facendoti sentire in colpa. Non funziona, ha funzionato forse 20 minuti a metà degli anni '80 poi bon. A Seavessi parte istantaneo l'effetto flashback, e compare la NonnaBis che dice _finisci il semolino pensa ai bambini africani che muoiono di fame, provocando immediata e feroce antipatia financo per le più nobili cause.

8- le persone troppo belle. Niente contro di loro, ma a Seavessi mettono soggezione. C'è qui da dire che il troppo bello di Seavessi è un concetto piuttosto lontano dal troppo bello comune, per cui potreste rientrare nella categoria e non saperlo.

9- le persone che le inviti a cena, e in quel momento, MORIRE che lo facciano prima, ti dicono che ahimè sono intolleranti all'80% di quello che hai messo in tavola. Ora Seavessi non mette in dubbio che esistano davvero persone allergiche al latte o intolleranti al glutine. Ma molti professano feroci intolleranze e poi se scavi un po' scopri che si son fatti fare il test degli elettrodi dal garzone della parafarmacia. No amico, non sei intollerante, hai solo voglia di scassare le balle.

10- quelli che vedono la scandinava Infanta con Seavessi nordafrica - edition, e chiedono sospettosi _ma da chi ha preso questa bimba? Dal mio amante Knut, che insegna sci di fondo a Oslo. So what?


Seavessi ritiene, con queste dieci, di essersi già giocata un bel numero di blogamiche. Per le prossime dieci magari aspettiamo un po'....

Ora però vi smutandate un po' voi.

giovedì 19 luglio 2012

A prima vista (lato A)


Ah, le vacanze montanare. Nella Valle Piovosa, con al seguito un'idrovora di sei mesi e una quattrenne socievole. Dove volete mai svernare?

Sì, al parchetto. Per Seavessi, da sempre, luogo di ogni nequizia. Popolato da infanti genitori e nonni che sembrano il catalogo delle idiosincrasie di Seavessi.
Quest'anno, oggi in particolare, Seavessi ha deciso di guardarli con occhi diversi. No perché, detto fra noi e posto che Seavessi non si considera Principessa Furbizia, non può essere che tutti gli altri siano così strani.
C'è da dire che Seavessi è un po' schiava delle prime impressioni. Tende ad averne di pessime, così poi ha la scusa per dire beh, s'è fatto tardi, mi scuoce lo stufato di bufalo, a bientot.

Quindi è dalle prime impressioni che bisogna partire per guardare gli altri, incluse le nonne rintronate del parchetto che si ostinano a vestire i nipoti come personaggi di DeAmicis, con occhio diverso.

Seavessi ha dunque deciso (obbligarsi a) di fare un elenco, a uso di se stessa innanzitutto, delle cose che le fanno provare simpatia a pelle per qualcuno. Se non altro, Seavessi raggiungerà lo scopo di chiarire che non sono gli altri che son strani, è lei.

quindi.

Dieci tipi di persona che fanno venire a Seavessi voglia di attaccare bottone.

1- le persone che si ostinano a leggere il quotidiano nonostante il vento forza 7.

2 - le persone over 30 che leggono i fumetti. Bonelli.

3- le mamme che fanno le bolle per i bambini, e in breve ne hanno intorno 15 altrui mentre i loro sono dispersi sugli scivoli.

4- le persone che chiedono come si chiama il tuo gatto.

5- le persone che sbattono nei pali della luce perchè ascoltavano l'aipod.

6- i genitori che sorridono con aria zen ai pargoli che si rotolano nella melma, e interpellati rispondono beh, per questo hanno inventato la lavatrice.

7- le persone che ascoltano i Queen. In genere sono quasi tutti disposti a farti passare un bel pomeriggio rievocando concerti avvenuti quando loro facevano le elementari.

8 - le persone coi capelli rossi.

9- le persone che cantano per strada, se ne accorgono, arrossiscono e si mettono a ridere.

10- quelli con la maglietta di Emergency. O di Libera. O macchiata di caffè.

E voi?
Si chiede, Seavessi, se incontrasse una blogamica, la riconoscerebbe dagli occhi?

(l'ultima frase è detta pensando con affetto a Marica, che cercava Seavessi fra il pubblico di QCNH sotto le sembianze di un gigantesco orso trudi).


PS se fate le brave settimana prossima facciamo l'elenco di quelli che ci stanno sulle palle a prima vista, per compensare quest'overdose di buonismo.

martedì 17 luglio 2012

Le mie amiche


Io non ho amiche. Lo dico sempre.
Perchè mi crogiolo nel sapere che non è vero.
Perchè è vero, ho intorno muri di diffidenza, di occhiatacce, di sorrisi cortesi.
Ma un giorno ne stavo giusto rinforzando uno, e qualcuno ha chiesto _Caffè?.
E mi sono accorta che, le mie amiche, le stavo murando dentro.
Non sono tante, le mie amiche. Ovvio, visto che hanno dovuto infiltrarsi in crepe che nemmeno io conoscevo.
Non sono le amiche delle frasi coi cuoricini su feisbuc, non sono le amiche dei 15 anni.
Non sono tenute a dirmi tutto di sé, nè io a loro. Non sono tenute a chiamarmi ogni tot, ci si sente quando se ne ha bisogno. Laddove aver bisogno magari vuol dire senti che scemenza che ho pensato.
Le mie amiche mi lasciano esserci, sparire, tornare.
Mi lasciano essere spaventata, felice, incredula, allegra.
NON mi lasciano dire minchiate. Le intercettano che sono ancora idee informi, prima che riesca a verbalizzare il pensiero. E ci fanno il tiro a volo.
Accettano la mia morale elastica come un pilone di cemento armato, e anche se in realtà vorrebbero a volte accettare me con un'ascia, se ne astengono.
Accettano le mie scuse, e la mia rabbia breve e infuocata, e le mie scuse di nuovo.
Le mie amiche non si straniscono se nel giro di dieci frasi passo dal senso della vita a ho peccaminosamente sognato zingaretti  passando per una ricetta di cupcakes. Lo fanno anche loro. Non sanno quanto le ami, per questo.

Le mie amiche a volte si bagnano le mani.
Le mie amiche vanno a cercarmi il prosecco perduto in mezzo a una folla di tre/cinquenni inferociti.
Le mie amiche dicono Expelliarmus e un giorno da questo nascerà la fanfiction più delirante di sempre.

Le mie amiche sanno che vrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr, vrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr TAC SBAM vrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr.

Le mie amiche sono coraggiose. A essere forti son capaci tutti, a essere fragili e coraggiosi ci vogliono due palle quadre.
Le mie amiche fanno troppe, troppe cose, e si stupiscono di essere stanche, ma come, ma perchè?
Le mie amiche ridono e piangono, e lo fanno sul serio, perché è importante saper ridere e piangere. E parlare e ascoltare.
Le mie amiche, la probabilità che riesca a riunirle tutte in una stanza sono più o meno le stesse che io riceva una tardiva lettera da Hogwarts.

Le mie amiche hanno progetti, lavori, mariti, figlie, gatti, libri da leggere, decisioni da prendere,  e cose da fare e gente da vedere, e per qualche ragione a me non chiarissima mi hanno fatto posto in macchina.
Non sono sempre una passeggera comoda.

Per esempio, sarebbe bastato dire vi voglio bene, siete importanti.

Senza obbligarle a leggere sto papiro.



mercoledì 11 luglio 2012

Basta così.


E sfogo in prima persona, senza fronzoli, senza girarci intorno.
Credo sia meglio autosospendere il blog fino a settembre. Più o meno. Non so.
E no, non sono arrabbiata col mio amico anonimo,, non ho ricevuto commenti o mail sgradevoli, di suo il blog sarebbe sempre il meraviglioso salvagente che, ne son convinta, mi ha impedito di passare il primo anno di vita della gnappetta a piangere, come accadde per sua sorella.
Solo che non ce la faccio, è esasperante. Da più di un mese non funziona la connessione, chiamo la maledetta vodafone (sì, se leggete, proprio voi) e casualmente cade la liunea mentre cercano di risolvermi il problema. Sempre. vedi te la casualità.
No, non è vero. Una volta è caduta mentre l'operatrice mi spiegava come mandare la lettera di recesso del contratto in modo da evitare la penale.
Perchè il punto è che ho un vecchio contratto, e se disdico prima di settembre (scadono i due anni) pago un BOTTO di penale.
Twitter e fb riesco a seguirli, non bene e non sempre, col telefono, ma il blog non c'è verso. Presente quando scrivete un bel post, ritagliandovi quella preziosa mezz'ora per voi, e poi perdete quaranta minuti cercando disperatamente di collegarvi, sempre più incazzate, finchè alla fine cedete e avete l'umore di quando vi toccano tre puntate di pippi perchè un minorenne s'è impadronito del telecomando?
Ecco, io stomessa così da un mese. non so più neanche quanta roba ho scritto e non pubblicato.
Non so neanche se riuscirò a pubblicare questo.
Che palle, che palle, che palle.

mercoledì 4 luglio 2012

La caccia al tesoro di mammafelice. Se mi presentassi?

Se mi presentassi dopo un anno e mezzo di blog sarebbe ben strano... eppure ogni tanto bisogna ripresentarsi (anche a se stessi).  Chi è Seavessi, ora che ha del tempo da perdere? Ma ne ha poi davvero? Perché un blog, cos'ha mai da dire? e a chi?

CIto testualmente la bella iniziativa della caccia al tesoro 2012 di mammafelice:


E dunque, ecco che la Caccia al Tesoro di quest’anno si basa su questo desiderio: conoscere persone nuove, allargare i propri confini, invitare altre persone a cena, e rimescolare le carte.
Ciascuna di noi ha sicuramente tra i suoi bookmark un link di un blog del cuore, un blog che vuole presentare agli altri. Un blog da far conoscere. Un blog da presentare.
E allora, di settimana in settimana, se vi va, parleremo di nuovi blog da seguire, ci daremo consigli, in questa nuova caccia al tesoro che si chiamerà: Presentami un blog.
Non ci sono regole o regolamenti, o tempi da rispettare, e non si vince niente: lo scopo è divertirsi, ma soprattutto far conoscere agli altri i blog che noi riteniamo meritevoli di essere seguiti, per far circolare le idee, e l’amicizia.
E per farlo, partiamo da noi. Con una piccola presentazione, in modo che ciascuno possa capire chi siamo e cosa facciamo, e possa scegliere di seguirci.

e dunque.

Carta d'identità: Seavessi, 35 anni (quasi eh? quasi), in periodo di transizione fra due lavori (detto così suona molto più incoraggiante)... mamma dell'Infanta, bionda quattrenne piena di buonsenso e amici immaginari, e di Revoluciòn, rossiccia cinquemesenne dalle idee piccole ma molto chiare. Un marito con strani orari, e una vita da mamma semisingle. Tanti libri, in disordine, poco tempo, da ottimizzare.
Nome del blog e obiettivi: Seavessitempofarei, per l'ottima ragione che il nome Seavessitempo se l'rea già fregato qualcun altro che nemmeno lo usa, aaaaaargh. Obiettivi, vaghi e indefiniti. Nato come blog consolatorio per sopravvivere all'ingresso dell'Infanta alla scuola materna, continuato perché mi fa sentire bene. Quasi sempre. E soprattutto perché blogger non mi interrompe mentre sproloquio.

Un buon motivo per seguirvi: un motivo molto egoista, perché mi piacciono i commenti, mi piacciono le persone, i loro punti di vista, i loro pensieri. Mi piacciono tutte queste finestre su altre case, i fili tesi fra le tastiere come fossero balconi, le parole come panni stesi al sole.

Due post che vale la pena leggere: uno molto vecchio e uno recente, li amo molto: l'orso in agguato e di nuovo? sì, di nuovo.  

Come seguirvi (newsletter, FB, twitter…): Seavessi tempo, su fb e twitter, sul resto (newsletter ecc) sono un po' indietro...




martedì 3 luglio 2012

Feste e Guastafeste

So here we go again!

A Seavessi in questi giorni sono successe un sacco di cose, tutte tendenzialmente belle.

La Signora Luana dell'albergo ha confermato a) di aver ricevuto la caparra e b) che lo chef indigeno sarà lieto di produrre brode per Revoluciòn, anzi non vede l'ora e c'ha già il pentolone pronto.

Il battesimo è andato bene, con un simpatico momento Spiritoso Santo in cui il parroco, all'ingresso della chiesa, si è dimenticato i nomi dichiarati da Seavessi, li ha ripetuti in ordine sparso, e poi ha sostenuto che Seavessi gliene avesse detti altri, ma insomma alla fine a Seavessi scappava da ridere e al parroco pure. La finale è andata come è andata ma grazie alla sangria la quattro pappine son sembrate di meno, e amen.

Il colloquio con la società di outplacement sembra andato bene, quantomeno ha passato a Seavessi uno stato d'animo più positivo (si dice più positivo? mi sa di no. Come si dice?).

Ed è proprio di questo che Seavessi vorrebbe parlare oggi, di stati d'animo, espressione dei medesimi, bastiancontraritudine.

Seavessi non è particolarmetne espansiva. Sanno le poche e ottime persone che la sopportano, cosa non ci voglia pe cavarle di bocca un ti voglio bene, come minimo anni e anni di sudati mugugni e risentiti sgrunteggiamenti. Poi arriva eh, sottovoce, cambiando argomento immediatamente dopo, negando quasi, ma arriva. Ma cosa non ci va.

Teme, Seavessi, le espressioni d'entusiasmo, e secondo la più bieca retorica le ammanta, se proprio le scappano, di ironia, di ridicolo, sentendosi lei stessa ridicola in quel momento.
Ma siccome Seavessi fra le sue molte doti ha una certa schizofrenia, riesce allo stesso tempo a provare un'antipatia profonda e viscerale per chi fa lo stesso con le emozioni degli altri.

Banalmente, per chi ti vede contento per una sciocchezza qualsiasi e non perde occasione per farti notare quanto la sciocchezza in questione sia insignificante rispetto ai problemi di questo triste mondo.

C'è il sole? Eeehhh l'effetto serra.
Fa temporale? Eeeeehh il clima impazzito.
Revoluciòn benedetta lei ha preso un etto? Eeeeeh pensa ai bambini in Africa (che propbabilmente si nutrono di pensiero)
Una squadra qualunque a cui tu tieni, che sia l'Italia o l'Atletico Real Bar Piero ha vinto? Ehhh il calcio oppio dei popoli chi ama il calcio è un idiota con la bava alla bocca e il gelato spiaccicato in fronte.

E' una delle rare occasioni in cui a Seavessi scappano degli occheppalle decisamente percettibili dall'interlocutore.
Come se una momentanea felicità fosse un'offesa al resto del mondo. COme se significasse ignorare tutto il resto, non vedere al di là del proprio naso. Ma perché? ma chi l'ha detto? Ma se io piango s'abbassa lo spread? Piove nel Sahara?
Se mi deprimo invece di sorridere perché sento una bella canzone, in che modo miglioro il mondo?

Cosa preferite vedere in chi incrociate per la strada, un muso lungo o un sorriso?

Tutto questo sproloquio per dire cosa?

Per dire che in mezzo alla preoccupazione per il lavoro, alla speranza di trovarne un altro, all'ansia per il mutuo e per le bambine e la retta della piscina (che per qualche misteriosa ragione è sempre in cima al cumulo di ansie di Seavessi) e per tutte queste serissime e importantissime cose, Seavessi s'è accorta che c'è una vocina piccola piccola nella sua testa, che dice cazzarola, stavi stagnando, eri comoda ma stavi mettendo polvere, era ora di cambiare, era ora.
E per irrazionale che sia, Seavessi non ha voglia di zittirla.

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