giovedì 31 gennaio 2013

Liberiamo una ricetta: apple crumble

Quando si parla di ricette, un po' di competizione scatta: Seavessi si ricorda di una sua compagna di liceo con cui sono andate avanti mesi a scambiarsi ricette "farlocche", che venivano "quasi bene", mancanti di ingrediente segreto o trucchetto o temperatura del forno.7

Allo stesso modo viene la tentazione di andare a pescare la ricettona che farebbe venire i sudori freddi pure a Cracco, quella tipicissima regionale con 182 ingredienti di cui 178 introvabili se ci si allontana più di 10 km da casa (gli altri sono farina sale e olio).

Però Seavessi, dopo averci ben ben pensato, ha deciso che non era quella la ricetta da liberare, ma la ricetta del cuore, quella amata, quella magari semplice fino alla banalità ma che nutre l'anima oltre alla pancia.

(Sì, ovviamente è così calorica che se avete fretta ve la potete spalmare sul sedere invece di mangiarla, tanto sempre lì va a finire).

Dunque, apple crumble à la Gallagher's.

Ingredienti.

tre amiche

svariati treni e traghetti

fame

(molta fame)

Il Gallagher's Pub di Dublino.

(ah, dite quelli per la ricetta?)

5 mele gialle (o 4 o 6, fate voi, vedete quanto son grandi, Seavessi di solito abbonda)
100 gr zucchero
150gr farina
200 gr burro.

*prendete le tre amiche, fategli fare l'esame di maturità, fornite loro un biglietto inter rail.

*shakeratele per bene su vari treni traghetti e mezzi di trasporto vari, avendo cura che, per fare economia, si nutrano quasi esclusivamente di cracker.

*a questo punto, quando avranno una fame tale da far loro apprezzare la cucina anglosassone, fate balenare loro davanti l'ingresso del Gallagher's Pub.

*Una volta entrate, mangeranno a quattro palmenti, e scopriranno un dolce buonissimo, l'apple crumble. una di loro straccerà le balle al cameriere fino ad ottenere la ricetta.


*fate ammorbidire un po' il burro, non troppo. In una ciotolona impastane con le mani burro morbido, farina e zucchero fino a ottenere dei bricioloni. A Seavessi piace aggiungere un goccio di estratto di vaniglia, se vi piace potete metterci un po' di cannella. 

*Sbucciate le mele, levate i torsoli e tagliatele a pezzettoni. Aggiungete un po' più di metà del composto bricioloso e versate in una pirofila ben imburrata (potete usare la carta forna ma poi per impiattare viene un pasticcio). Ricoprite con il resto dei bricioloni.

*Mettete in forno caldo a 180° (ma anche qualcosina di più, voi conoscete il vostro forno) per una mezz'ora abbondante, o finché non è dorato in superficie.

*Servite, e mentre lo mangiate magari con su un po' di panna non zuccherata e poco montata, pensate a Dublino.


Le storie sono per chi le ascolta, le ricette per chi le mangia.Questa ricetta la regalo a chi legge. Non è di mia proprietà, è solo parte della mia quotidianità: per questo la lascio liberamente andare per il web.



mercoledì 30 gennaio 2013

Quattro biscotti.

Fra ieri sera e questa mattina, Seavessi è stata parecchio male, non si capisce se per una influenza-blitz notturna, o per i postumi dell'anestesia del dentista che Seavessi regge malissimo.

Fatto sta che è stata male, male da alzarsi stanotte e prendere un volo perchè era convinta di trovarsi a casa dei NonniG e ha tentato di fare degli scalini inesistenti, male che stamattina l'altrimenti imperturbabile MaritoNP ha alzato, colazionato, vestito e uscito le bimbe da solo, spaventato che Seavessi per la prima volta da che si conoscono (post cesarei compresi) non sia riuscita ad alzarsi.

Seavessi si è svegliata da sola che erano quasi le dieci, sveglissima e sanissima tutto passato, chissà cos'è stato.

Ma.

Del delirio mattutino ricordava vagamente l'Infanta che diceva mamma ti preparo la colazione,


E quando si è alzata ha trovato sul tavolo la tazzina pronta, il cucchiaino, il tovagliolo di carta con sopra quattro biscotti in fila.

E no, Seavessi non trova niente di buffo e divertente da scrivere in proposito,

Seavessi è sopraffatta dai quattro biscotti, e da quanto non si merita una meraviglia come l'Infanta.

lunedì 28 gennaio 2013

Quella che (il blues della svampita).

Quella che fa la spesa al discount sperando di ritrovare le due trans perdute e nel frattempo fa alti pensieri tipo forse se avessi dato l'esame di solfeggio ora sarei ad Atlanta con Michael Stipe, oh yeah.

Quella che esce dal discount guardando l'orologio e pensando a quale figlia andare a prendere per prima ma se fossi un REM avrei qualcuno che le va a prendere per me vedi che dovevo studiare solfeggio anche se mi faceva schifo, oh yeah.

Quella che alza gli occhi e si immobilizza col carrello e OHSIGNOREBENEDETTOAIUTO c'è qualcuno in macchina cosa faccio chi chiamo aiuto aiuto polizia carabinieri cia efbiai pieroangela (che ha tanto l'aria protettiva) montalbano aiuto i ladri gli assassini i rapitori gli alieni la santanchè, oh yeah.

Quella che si rende conto con sollievo che l'efbiai non è necessaria, e non perché quella  macchina è di un altro modello un'altra marca è in un altro posto di un altro colore e forse non è nemmeno una macchina e comunque non è sua,

ma perché, oh yeah,

Quella che sospira e dice _che sciocca, quella non può essere  la mia macchina,

non ha il volante di pelusc rosa!!!


Oh yeah.

domenica 27 gennaio 2013

Tanti, tanti ottimi motivi.

Negli ultimi giorni Seavessi ha perso il filo del blog, le capita spesso... ma meglio tardi che mai ecco l'elencone, in ordine assolutamente a vanvera, e completamente incompleto, delle mamme meravigliose che sanno di esserlo.

Rileggere questi motivi, e quelli postati come commento, è stato scaldarsi il cuore in queste giornate nebbiose, un po' lagnose, un po' che sembra di non arrivarci mai, di non essere abbastanza. 

Li metto tutti insieme (e prego chi mancasse di avvertirmi, sarà subito aggiunta) per questo motivo, perché anche voi possiate leggere come siamo tutte diverse, tutte innamorate, tutte splendide.

Non sono bravissima con le parole e ringhio se vedo passare un sentimento, ma devo dire che questa cosa (iniziativa? blog catena? meme? boh?) per me è stata speciale, e vi ringrazio tutte dal profondo del cuore.



...ma la notte no!

Mamma Avvocato

La solita

Bimbo cercasi

Trasparelena

Mammamogliedonna

Pinkmommy

Gemini

franci

Marix

Micaela

Mammacicova

Marelibera

Rachele

Gina Barilla

la Ele








martedì 22 gennaio 2013

Le mie 20 ragioni

 Da un'iniziativa (bellissima) di MammaMoglieDonna.


Secche. Anche perché non ci avevo mai pensato prima, la ragione per cui si regalano libri ai bambini è la stessa per cui gli si tiene la mano per strada e gli si danno i baci nel collo, per amore.

1- Un libro non va montato. Si scartoccia il pacchetto ed è lì, pronto e col suo buon odore di libro, niente minorenni ululanti mentre papi legge le istruzioni in svedese.

2- Un libro non canta. Non fa musichine irritanti, non ripete frasi improbabili in italiano e in inglese. Sta lì e sta zitto. Anche quando è in uso.

3- Un libro non ha bisogno di pile quadruplaZcarpiata, reperibili solo da un rivenditore ebay del Punjab.

4- Un libro non occupa otto mq del salotto una volta spacchettato (disse quella a cui una vicina ha regalato la casetta di tela di cicciobello, da montare agevolmente in cameretta dove impedirà qualsiasi altra attività).

5- Un libro non ha parti piccole che NOOOOOOOOOOOOO non giocarci ora che c'è la sorellina e si mangia i pezzetti, se la sorellina si mangia la carta non capita niente.

6- Un libro se QUALCUNO lo lascia per terra e tu lo calpesti a piedi scalzi, non elenchi tutti i santi del calendario andata e ritorno. Non fa neanche male.

7- E' piuttosto improbabile che perfino Seavessi, il cui concetto di ordine è simile a quello di buco nero, riesca a perdere dei pezzi di libro rendendo il medesimo inutilizzabile.

8- Ci sono libri di tuttissimi i prezzi, per tutte le tasche e per tutte le età. Non esiste pargolo (o adulto) che non abbia il SUO libro che lo aspetta.

9- Per tutti i motivi di cui sopra, mamma e papà vi saranno grati, e farete un sacco di punti rispetto alla zia Etelberta che ha regalato ai dolci nipotini una pianola semiprofessionale.

10- Regalare libri è una fantastica scusa per andare in libreria.

11- Un libro crea ricordi. Il papà che ti legge un libro è un senso di caldo e sicuro che ci si porta dietro.

12- Un libro dice un sacco di cose, e le dice senza rumore, senza urlare, senza sbraitare, senza lucine e fronzoli vari. E vi pare poco.

13- Un libro è sempre lì. quando si torna stanchi da scuola o per una domenica pomeriggio di pioggia. basta aprirlo e si parte.

14- Un libro insegna il gusto della scelta, insegna a discriminare. Di cento libri in libreria, alcuni li leggerai, altri li amerai, e contribuiranno non poco a definirti.

15- Un libro, prima te lo legge la mamma. Poi tu lo leggerai alla sorellina. E lei poi lo leggerà alla cuginetta. E ognuno di questi passaggi si porta dietro l'amore dei precedenti.

16- Hanno un così buon profumo, i libri.

17- Un libro difficilmente si autodistrugge. Si possono leggere i libri della nonna bambina, con sopra ancora le dediche di chi l'ha regalato a Natale 1960. E farsi raccontare dalla nonna che è un regalo di una prozia, la prozia che abitava, e che si chiamava, e che faceva dei bellissimi calzini a maglia.

18-Un libro chiama altri libri. E si scopre che ci sono posti meravigliosi che si chiamano le biblioteche, e hanno meravigliose sezioni per bambini, e a volte anche stupende "ore della storia". 

19- Un libro è un argomento di conversazione quasi sempre migliore, a cena, della politica o delle tasse.

20- C'è pure lo strano caso che, regalando un libro a un bambino, questo impari qualcosa.

E voi? Partecipavate anche voi! Qui trovate la lista delle partecipanti.

E se te lo stessi chiedendo, Lucia, sì, sto dicendo (anche) a te!

venerdì 18 gennaio 2013

Un

Un sacco di tempo

Un minuto, soltanto

Un cielo bianco, e la neve dalla finestra

Un passeggino verde, verde pugno in un occhio

Un ammasso di riccioli ramati

Un piglio da generale di brigata

Un gatto per amico

Un modo misterioso di capirti con tua sorella

Un temporale negli occhi

Un mondo di sole quando sorridi

Un sacco di tempo

Un minuto, soltanto




Un anno.



Auguri, Revoluciòn.




martedì 15 gennaio 2013

10 ottimi motivi.

Che Seavessi lo sa che ne sentivate la mancanza, di un bell'elenco. 

Seavessi nei giorni scorsi ha chiacchierato con una conoscente che non sentiva da tempo, giovine allegra, festaiola e spensierata al di qua e al di là del confine dell'incoscienza.

Che sta per partorire, le scade la pancia in questi giorni.

Seavessi si è chiesta con chi stesse parlando. Perché parlava con una persona spaventata, non la fifa normale da parto,  ma la serie infinita, attraverso cui siamo passate in tante, degli E Se.


E Se non riesco a partorire naturalmente.

E Se non ho il latte.
E Se non lo so cambiare.
E Se non capisco perché piange.
E Se non so farlo dormire.

Seavessi si è chiesta se tutti questi E Se ci sian sempre stati, o se non ci sia oggi un eccesso di aspettative, che ci creiamo da sole o che ci creano gli altri.

Senza approfondire se no poi volano i coltelli, Seavessi pensa che questa ragazza sarà un'ottima mamma. Sbaglierà, sarà Pessima a suo modo, ma in definitiva sarà un'ottima mamma.
Lo siamo tutte.
Proviamo a dire perché?
Proviamo a darci una botta di autostima, che se aspettiamo gli altri possiamo metterci comode?
Proviamo a mettere l'accento su quanto siamo fantastiche e non su quello che sbagliamo o abbiamo paura di sbagliare?

I miei 10 ottimi (e faticosi, mannaggia l'abitudine all'autocritica) motivi sono questi:

1- Giochiamo il più possibile all'aperto, e mai e poi mai ho scocciato la prole strillando guarda che ti spooooorchi
2- Leggo. Leggo un casino, a loro e con loro, perché i libri devono essere oggetti amici e quotidiani.
3- Mi faccio da parte. Le lascio ANCHE giocare da sole, senza mamma che dice si gioca così si gioca cosà stai sbagliando.
4- Poi però quando sento rumore di pluriomicidio corro.
5- Sono noiosa. Sono così noiosa che ormai se un adulto qualunque mi chiede qualcosa io rispondo _si dice per...? Sono una mamma noiosa. Che cerca di allevare figlie educate. Come cantava l'ottima Rizzo,There are worse things I could do.
6- La domenica pomeriggio, a casa finalmente pulita, non faccio finta di non sentire la domanda fatidica _mammaaaaaa coloriamo con le tempere???
7- Il papà è bravo quanto me. Se non lo è si presume che lo sia, in ogni caso non c'è ragione perché non possa calmare LUI la piccola belva che alle tre di notte decide che è ora di urlare contro il cielo. 
8- Preparo un'ottima Minestra di Drago. E ogni volta racconto di come la mamma ha inseguito il drago in giardino e ha lottato con lui per infilarlo, recalcitrante, nel bimby.
9- Posso passare mezz'ora a giocare a proooontooo? proooontooo? E' papà! col telefono di plastica dell'unenne. Se considerate che il gioco consiste nel ripetere proooontooo? proooontooo? E' papà! ad libitum, mezz'ora è buono.
10- Rido. Di loro, con loro e di me.

E voi? facciamo un giro di post di autoincoraggiamento?

Ovviamente chi non ha un blog può scrivere i suoi motivi nei commenti. Mi piacerebbe conoscere un po' anche le lettrici silenziose, ragazze fatevi sotto!


lunedì 14 gennaio 2013

Il diritto di parlare. D'altro.

Tanto tempo fa, agli albori del blog, Seavessi ha scritto alcuni post semiseri sui diritti delle mamme.
La settimana scorsa ha letto il post di un'amica su fb, che le ha fatto venire voglia di continuare la serie.

Riproduciamo parte del post, col consenso dell'amica (grazie Chiara!!!).

Ricordarsi di NON accettare mai più di uscire con la tua amica mamma e le sue amiche mamme.
Dopo due ore a parlare di raffreddori, mariti che puzzano, mariti che si lamentano, suocere rompiballe, usi e riusi dell'aceto in lavatrice, asili, maestre e altro sono scappata con una scusa.


Esso post ha causato un serrato dibattito di Seavessi con  la sua Coscienza, che andiamo ad esplodere.

Dapprima Seavessi si è sentita sbuffosa. Eccheppalle sta cosa che le mamme sono noiose, non è che nelle serate fra single si parli di scissione a freddo, e poi se esci con delle mamme devi aspettartelo che dicano cose da mamme. 
Siccome però l'irritazione continuava, Seavessi ha fatto una cosa che fa frequentemente quanto il Trota legge Proust: ha deciso di approfondire.

Perché questa cosa ti irrita?
Ovvio, perché è vera. Perchè ti saresti tagliata le vene pure tu dopo due ore così, implori l'eutanasia già alle feste di compleanno.
E però sei un'ipocrita, primo perché ti irriti, secondo perché quando vedi le tue amiche non-mamme stracci le balle in modo indegno parlando di maestre e clisterini. Ne sa qualcosa la povera Miglioreamica.
Quindi sei tu che ti irriti da sola.

Perché Seavessi pensa che alle mamme in libera uscita succeda uno strano sdoppiamento. Da una parte vorrebbero, vorrebbero tanto parlare di Viggo davanti a un cuba libre. Dall'altra... si sentono in colpa??? ma va là, si spera bene che nessuna si senta in colpa per una serata libera. Dall'altra parte, dicevo, hanno tante di quelle rimostranze da sfogare verso figli e mariti che se non ne parlano scoppiano.
Sì, sì, li amiamo infinitamente e sono la nostra vita, ma possiamo dirlo che a volte ROMPONO?
Amiamo il marito lagnoso e puzzone perché è lo stesso che ci da un bacio anche quando siamo sfatte, amiamo i figli anche se hanno il raffreddore otto mesi l'anno e ci impediscono qualsiasi attività che non sia stare in casa a fare aerosol, perché sono i nostri bambini meravigliosi.
Ma ogni tanto avremmo anche voglia di fare e vedere altro.

Se poi alla libera uscita sono presenti altre mamme, scatta la tremenda sindrome detta del parto splatter, tale per cui una attacca a parlare delle sue 72 ore di contrazioni, la seconda attacca col suo cesareo che i tre gemelli si erano incrociati che sembravano un lavoro all'uncinetto, la terza sbandiera una bronchite durante da sei settimane e la quarta sbanca il tavolo con la suocera che svezza il pupo a merluzzo alla vicentina.
Un'escalation che la crisi cubana a confronto faceva ridere.

Così la povera mamma in cerca di una chiacchierata su Viggo finisce per passare la serata litigando per la superiorità del Clenil sul Bentelan, e se ne torna a casa più mammesca e malmostosa di quando è uscita.

E allora la povera non mamma che si trova in mezzo?
Se non è fuggita col barista dopo 10 minuti di queste amenità, c'è qualcosa che può fare per salvare la serata.

Amica Senzafigli, fermaci.
Ma proprio urla EEEEEEEEEEEEEOOOOOOOOOOOOHHHHH!!!! come Freddie dal palco di Wembley.
E nei dieci secondi di silenzio che seguiranno dicci quello che vogliamo sentirci dire: smettetela coi bambini, questa è la NOSTRA serata.
E prima che abbiamo il tempo per protestare, ordina da bere.

Sarai nei nostri cuori per sempre.

venerdì 11 gennaio 2013

Ar I Es Pi I Si Ti, Find out what it means to me!

Seavessi non è quella che si definirebbe una mamma amica.

Non solo perché lo ulula costantemente all'Infanta, guadagnandosi occhiatacce dalle altremamme come se piovesse, ma soprattutto perché non ci tiene. L'Infanta è liberissima di rotolarsi nel giardino pozzangheroso, di giocare con la farina finché non ne ha piene le orecchie, di disseminare pezzetti di lego sul pavimento (ahi).

Ma non rompere lo dice alle amichette, se ci tiene, non alla mamma.

E uffa ora non ho voglia, lo dice magari alla mamma, non alla maestra.

Perché Seavessi non ci vede proprio niente di restrittivo, nessuno tarpamento di ali o costrizione della personalità nell'insegnare che ci sono diverse persone con diversi ruoli, e che bisogna pian piano imparare a a relazionarsi in modo diverso con ognuno.
In definitiva, che troppa confidenza porta via la riverenza, cosa che devono imparare i bambini e magari la imparassero molti adulti.

Poi ovviamente c'è il fuoco amico.

Seavessi casa, mattina presto, interno quasi giorno.

Revoluciòn, già vestita sgomma per casa sul potente mezzo. Dicesi potente mezzo il triciclo senza pedali ricevuto a Natale e subito eletto Migliore Amico.

Seavessi cerca di preparare la colazione. MaritoNP è sotto la doccia. L'Infanta dorme ancora.

Revoluciòn _mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? 

Seavessi _amore arrivo un momento...


Revoluciòn _mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? 

Seavessi _arrivo, aspetta che mi scappa il latte... amore arrivo... MARITONP SEI ANCORA SOTTO LA DOCCIA? DAI UN'OCCHIO ALLA PICCOLA?


Revoluciòn _mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma?  mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma?  mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma?  mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma?  mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma?  mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma?  mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma?  mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma?  mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma?  mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma?  mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma?  mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? mamma? 

Seavessi (mollando lì il latte che scapperà appena lei esce dalla stanza incrostando anche i fornelli della vicina) _eccomi amore, cosa c'è?

Revoluciòn (ridendo) _PRRRRRRRRRRRRRR

Seavessi (oltraggiata) _MARITOOOOO hai sentito??? Ma dille qualcosa, non ha neanche un anno fa già la spiritosa!

MaritoNP (emergendo dal bagno, guarda Revoluciòn severo) _Revoluciòn non si fanno le pernacchie...

Seavessi _ecco diglielo!

MaritoNP _... si dice CIUPA!!!!!






mercoledì 9 gennaio 2013

L'eroa.

A volte gli eroi - meglio, i nostri eroi - sono persone lontane, filosofi, scrittori, perfino qualche politico (non recente, naturalmente). 
A volte sono persino inesistenti. Come Dylan Dog o il Grande Bastardo.

A volte invece si nascondono nelle pieghe di una giornata qualsiasi, facce che non ricorderemo, ma che per un gesto, una frase, un'espressione rimarranno nella nostra privata hall of fame.

Sconosciuti a cui facciamo ole mentali e a cui chiederemmo l'autografo.

Ambulatorio vaccinazioni, mattina, interno giorno.

Tutto è molto tranquillo. Un cinque o sei bimbi, mamme nonne e papà accompagnatori, chi aspetta di passare chi aspetta il quarto d'ora per poter andare.
C'è un'altra mamma senza aiuto da casa, oltre a Seavessi. Mora, giovane, se ne sta seduta tranquilla con un'altrettanto tranquilla bimba di forse un anno, vestita con una tuta rosa confetto con grandi scritte GIRL in fucsia glitterato su  felpa e pantaloni, scarpe di barbie, mollette rosa in testa. Alcuni neon rosa a forma di freccia e di scritta FEMMINA lampeggiano discretamente intorno alla bimba.

A turbare la pace entra una coppia di nonni con un bimbo.
Dimentichiamoci subito del nonno e del bimbo, erano normalissimi e non scocciavano nessuno.

La nonna.

La nonna è vestita tipo Capodanno al Casinò, total black, tacco 12 gonna stretta giacca di pelliccia nera con cintura di strass. Cofana in testa, orecchini Madonna-di-Oropa style e truccata che la Clio direbbe beh, non esageriamo però.
E va beh, sarebbe niente. Il fatto è che cotanta nonna entra  e comincia a cercare di attaccare bottone per magnificare le virtù del nipote. E non smette. Aaaaaaaaaaaahhh giuseppetto vedi i bambini col ciuccioooo, vedi che tu il ciuccio non l'hai preso maaaaai, giuseppetto vedi il bimbo (un gnappetto di due mesi) che piccolo, invece tu cammini giàààààà...

Non ottiene un gran successo di pubblico. Si volta verso Seavessi cercando uno sguardo complice e ottiene una pernacchia di Revoluciòn.

Si gira verso la mamma Mora con la bimba in rosa.

_Aaaaaaaaaaaaaaaahhhh signora che amore... ma (sentite il capolavoro) E' UN MASCHIETTO???

La mamma Mora alza gli occhi dal depliant che sta guardando.

Fa una pausa di un milionesimo di secondo.

Sorride a 32 denti.

E dice dolcemente _Sì.

E torna a leggere il depliant.



Un'eroa.



lunedì 7 gennaio 2013

Lo specchio

Seavessi non ama gli specchi.

Non la riflettono mai com'è, riflettono solo occhiaie e rotoli di ciccia e capelli a spinacio, quando magari dentro c'è una Seavessi stanca ma contenta. 
Neanche quando Seavessi era dimagritissima e si truccava per bene, neanche allora gli specchi la riflettevano, gli occhi nello specchio non erano mai convinti. Ma tu saresti me? Sì? Sicura? Non proprio, vero?

Nei periodi brutti brutti, tipo il primo anno di vita dell'Infanta, Seavessi si spaventava da morire, perché passava davanti allo specchio dell'ingresso e non si riconosceva, ogni volta si trovava davanti un'estranea. Un'estranea spaventata.

Probabilmente è per questo che nelle storie di magia gli specchi hanno così tanta parte, perché anche se sappiamo che è solo vetro, non ne siamo poi così sicuri che sia tutto lì, c'è la vocina del cavernicolo dentro di noi che dice attento, questa robaccia ha a che fare con l'anima, gira largo.

Questo per dire cosa.

Che stamattina Seavessi ha mollato tutto il casino post vacanze, addobbi da togliere, giochi da riordinare, cioccolata da nascondere, ha mandato tutto a ramengo e una volta instradate le figliole sulla via dell'istruzione che è la chiave per un futuro migliore, apre la mente e fa altre fantastiche cose ai nostri teneri rampolli, dicevamo Seavessi ha chiuso la porta sui suoi casalinghi doveri ed è andata in palestra.

E nel mentre che faceva le dolorosissime torsioni col busto, ha alzato gli occhi e si è vista nello specchio.
Con le occhiaie.
E la ciccia.
E i capelli tipo insalata riccia.

Ma indubbiamente, nello specchio c'era lei. Che ricambiava un sorriso stupito, ma. 
Amichevole.


Amichevole.

Ciao, me. 

Non molto forse, ma un buon inizio.

sabato 5 gennaio 2013

Luce

In un impeto di casalinghitudine ho tirato via le tende della cucina e lavato i vetri.

Prima di fare partire il chissene, sapevatelo che in cucina mia ci sono quattro finestre e una portafinestra, esposte tutte a sud.

E ora la cucina è inondata di luce.

E io anche.

Per la prima volta dal 24 dicembre, anche io sono inondata di luce.

E siccome s'è detto che il blog ripartiva senza pretesa alcuna, allora posso anche scrivere solo questo.

Che anche io sono inondata di luce.




venerdì 4 gennaio 2013

Illusioni e disillusioni

Ogni tanto Seavessi si mette in testa di essere una mamma vera.

Ciò nonostante tutti gli indizi puntino in senso contrario, ogni tanto Seavessi ci crede - normalmente queste impennate di fede coincidono con riordini maniacali di casa con annesso buttamento di quasi tutto quello che viene sottomano.

Seavessi ci crede, più che altro per dare un senso agli urlacci _io sono tua mamma non tua amica!!! che l'Infanta periodicamente riceve al quarantaduesimo rifiuto consecutivo di fare qualcosa.

Seavessi ci crede, nonostante Revoluciòn si faccia delle risate di cuore davanti alla faccia disgustata di Seavessi medesima davanti al pappone con omogeneizzato (perché Revoluciòn ha un dente e mezzo per un totale di 3 mm totali di dentatura, non le si può ancora dare il cinghiale stufato che mangerebbe volentieri).

Seavessi ci crede nonostante le altre mamme sembrino tutte più calate nella parte, nonostante NonnaG le riconosca l'autorità materna che si riconoscerebbe a una cocorita.

Ogni tanto Seavessi ci crede. Ché, infine, essere una brava mamma non le dispiacerebbe affatto. 

In buona sostanza.

Capita a volte che Seavessi si convinca di essere una buona mamma, di quelle che per cena mettono in tavola cene serie.

Capita a volte che Seavessi si convinca di essere in grado di fare l'arrosto.

Seavessi casa, tardo pomeriggio, interno sera.

Seavessi guarda perplessa l'arrosto crudo. naturalmente si tratta di un pezzo di carne sommamente inadatto a farci l'arrosto, ma tant'è, MaritoNP e l'Infanta si lasciano convincere ad assaggiare se e solo se l'arrosto n questione è una specie di scarpone da trekking abbrustolito.

L'arrosto dal profondo della marinata guarda Seavessi, deciso a vendere cara la pelle.

Seavessi soffrigge. 

Seavessi si accorge che la pentola è troppo piccola. Medita brevemente di tagliare in due l'arrosto, poi cambia pentola grugnendo.

Seavessi mette l'arrosto nella nuova pentola per rosolarlo.

Seavessi si dimentica dell'arrosto.

_mammaaa c'è fumo!!!!!

Seavessi gira l'arrosto. L'arrosto ne approfitta per rifiutare di girarsi,  e poi fare una giravolta improvvisa schizzando soffritto sui fornelli puliti.

_mammmaaaa non dire queste parole!!!!

Seavessi rosola il secondo lato dell'arrosto. Che si brucia.

Seavessi dice altre parole brutte sottovoce e cambia fornello. Incolpa il fornello, naturalmente.

Seavessi ha finito di rosolare l'arrosto, punzonandolo malevola col forchettone.

Seavessi aggiunge il vino bianco per sfumare. Il vino bianco per motivi suoi personali fa partire fumi tipo concerto di Vasco e schizza olio su un braccio a Seavessi che reagisce all'ennesima provocazione cercando di uccidere l'arrosto.

Driiiiin driiiin

_Infantaaaaa porca miseria rispondi tu per favoreee! AHIA!!! Dov'è il coltellaccio? Dov'è????

_Ok mamma.... ciao papà!!!! no va tutto bene!!! Papà vai a prendere la pissa stasera????



Seavessi ogni tanto ci crede. La bambine, per fortuna, no.

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