venerdì 20 aprile 2012

Definizioni

Ohmy. Allora Seavessi non è l’unica vittima del Terrore corre sul filo. Oh basta là.
E che commenti bellissimi. Seavessi non ha bisogno di google Analytics per sapere che il suo blog viene letto da gente meravigliosa.
In particolare, mi è rimasto impresso un commento di PdC, e cioè che è anche questo tipo di paura a renderci vivi.
La paura ci rende vivi? Mah. Forse.
Ma Seavessi continuava a rimuginarci, e alla fine ha capito cosa intendeva PdC (Seavessi c’ha i suoi tempi, come il carbonio 14).
Il senso, forse, era che a renderci vivi, in un certo senso a definirci, sono queste caratteristiche che sembrano secondarie.

La sapete quella bella storia del professore che fa una lezione e spiega che nel barattolo della tua vita ci vanno prima i sassi grossi, famiglia amore lavoro salute, poi i sassi più piccoli, poi la ghiaia e solo alla fine la sabbia, e sopra tutto c’è ancora spazio per una birra?

Il senso è piuttosto ovvio, occhio alle priorità che ti dai perché non puoi impazzire per tutto.
Ma forse forse c’è un secondo senso, più sottile , o forse se lo sta inventando Seavessi anche alla luce di una piccola, piccola avventura che sta vivendo in questi giorni, e va bene lo stesso.

Il senso è che senza la sabbia (e la birra) il barattolo non è pieno. Non puoi riempire il barattolo solo con sassi grossissimi, perché più son pochi e grossi i sassi che ci metti più nel barattolo rimarrà spazio vuoto.
La sabbia è importante quanto i sassi, perché se nessuno vuole una vita piena di fuffa, altrettanto spiacevole può essere una vita piena di spazi vuoti.

Da mamme, da genitori (Doug, sai che non ho capito se hai figli?) questo senso secondario di una storiella carina diventa molto importante, perché i fetentissimi pargoli, per quanto tu t’ammazzi a dare un esempio vivente di onestà amore laboriosità rava e fava, tendono a ricordarsi piuttosto quella volta che hai spiaccicato di uovo malcotto il pavimento della cucina cercando di imitare Ravaioli.
E non dite che non è vero. Amiamo i nostri genitori perché sono belle persone, ma infinitamente di più perché ci hanno portati al mare in pieno inverno e si sono inzuppati i jeans con noi ridendo come pazzi.

Del resto.

Vi ricordate quando avevate 15 anni (tu Lucy lascia perdere ché 15 anni li avevi un quarto d’ora fa) e amavate alla follia boh, una take that a caso?
Quanto vi piaceva sapere che al tiziocaio in questione piacevano i gatti di peluche piuttosto che le anaconde di gommapiuma, la pasta con le sarde piuttosto che il polpettone? Perché, consapevolmente o meno, abbiamo l’impressione che le persone siano definite dai dettagli piccoli, quelli che sembrano superflui.

Del resto il concetto di definizione è proprio questo, no?

E voi, cosa vi definisce?

Disse Seavessi, mentre meditava che l’Infanta ha giusto giusto l’età per essere portata allo stadio a cantare.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

a parte il ciniscmo, l'asocialità e il ringhio gratuito al telefono? mah...
una certa dose di dedizione, l'amore per il gelato artigianale, la voglia indefessa di spalmarmi periodicamente sul divano a far le olimpiadi di vegeto.
E una fissa sproporzionata per un certo blog di una meravigliosa sconosciuta.

scleros ha detto...

L'auto.ironia, con quella vado dappertutto e mi permetto di sbagliare, essere incompleta e difettosa..basta farci una sana risata...
cmq a me ingrifava Edward..così per la cronaca:
non ti interessava?

giliola ha detto...

La coglionaggine!!!!!!!!!
Ma a livelli talmente alti che portano le classi in gita a vedere come è una perfetta cogliona che si fa mettere i piedi in testa da tutti quanti, che è sempre disponibile per le esigenze di tutti, che giustifica sempre tutto e tutti, anche quando sono palesemente in malafede e ci godono a farle del male, che vede sempre il bicchiere mezzo pieno, anche quando chi ti sta vino se lo è appena scolato tutto, e nonostante tutto sempre con il sorriso........
si capisce che oggi è una giornata storta????????????

ElizabethB ha detto...

Cosa mi definisce...come dici giustissimamente tu, piccole cose.
Un po' di asocialità, la capapcità di mascherare i miei limiti (vedi commento al post precedente!), l'amore per la pioggia, per il profumo della terra e dell'erba bagnata. La costante incapacità di trovare qualcosa in cui essere costante...
Quando vieni da queste parti prendiamo un caffè.

Lalique ha detto...

ciaoo
buon weekend

http://laracroft3.skynetblogs.be http://lunatic.skynetblogs.be

Anonimo ha detto...

non l'ho ancora capito.
di getto ti avrei risposto "il sarcasmo ironico" ma per far ridere devi ridere....
ma non rido piu' da tempo.

gi

Doug Spaulding ha detto...

No, niente figli per Doug, il gatto già impegna abbastanza. Però i genitori sì, e tutto quello che ho imparato da loro è stato grazie all'esempio più che alle parole.
Perché da bambino i genitori li stavo a guardare con l'avidità di sapere tutto, di imparare tutto, di voler fare tutto con loro.
E se da piccolo mi rimanevano impresse le cose strane ed eccezionali (come quando con mio papà abbiamo fatto un piccolo rifugio su un albero), oggi ricordo come si sono comportati in situazioni simili a quelle che vivo adesso, non quello che hanno detto in quei casi, che non ricordo e tanto allora mica l'avrei capito.

Tornando al nostro Ray, stai vivendo un periodo un po' strano per sentirti una Strega d'Aprile? La prima volta che ho letto il racconto ho ovviamente visto solo la strana storia d'amore, ma la seconda volta mi ha colpito di più lei che entra in ogni cosa.. come sarebbe bello poter entrare negli altri e vedere il mondo con i loro occhi.. quanti malintesi in meno nella vita.. e quanta comprensione in più del mondo.. e chissà come il mio gatto vede i piccioni sul tetto e il giardino in montagna..

Un mio piccolo contributo contro l'entropia del buco nero vagante: Viaggiatore del tempo online pronto da rileggere finché non rispunta la versione di carta :-)

E per chi non l'ha ancora letto, qui c'è anche Cronache marziane. Ora non avete più scuse :)
Prima di leggere Fahrenheit 451 (sì, c'è anche quello) bisogna leggere Usher II nelle Cronache (pag.144 in fondo).. mai che lo dicano prima di consigliarti Fahrenheit..

PS: Mi è piaciuta davvero tanto la tua interpretazione della storia del barattolo! Ma proprio tanto! Ci sono un paio di persone a cui dovrò farla leggere

LadeaKalì ha detto...

Cosa mi definisce? L'incapacità di definirmi. Non so (ancora) bene chi sono. E chissà quando raggiungerò questa consapevolezza.

Lucia ha detto...

(Commento di alta profondità culturale: quando avevo quindic'anni, cioè un quarto d'ora fa, amavo alla follia Severus Piton. In effetti non ho mai saputo se gli piacessero i gatti di peluche, ma avrei voluto. Uhm. Ho detto :-|)

E detto ciò... è proprio vero. E in effetti secondo me sono pochissime le persone che possono dire di conoscermi davvero a fondo (forse, solo una mi conosce al 100% in ogni mia sfaccettatura: una mia vecchissima amica. Abbastanza "di famiglia" per conoscermi anche negli aspetti del mio carattere più "intimi", di "casa"; senza però farsi influenzare SOLO da quello che vede nel "privato", perché è anche abbastanza "estranea" per sapere bene come mi comporto in pubblico, con gente con cui non sono così tanto in confidenza).

Cosa mi definisce?
Beh.
Da un lato, lo studio, la Storia, la passione per quello che faccio, la fede, i libri, il comportamento posato.
Dall'altro, l'asocialità, un carattere molto forte, la mia voglia di restare un po' bambina, i bambolotti sparsi per casa con cui gioco ancora adesso, i difetti e le fissazioni, il tè del pomeriggio, il pigiamino con gli orsetti.
Ecco.
Un mix.

:-)

Starsdancer ha detto...

cosa mi definisce? non ho definizioni per me e non riesco nemmeno a definire gli altri. A parte le persone meravigliose che adoro a pelle!
Credo che la cosa fondamentale per me sia cambiare, darmi spazio per cambiare, per accettare visioni del mondo totalmente diverse da quelle che avevo 5 minuti prima e abbracciarle in toto per poi cambiare di nuovo ed essere definita pazza per questo!
E comunque hai ragione la vita vale anche e soprattutto per i piccoli particolari, sono quelli che fanno la differenza, questo è vero soprattutto per le persone, che so a me piacciono persone diversissime tra loro solo perchè mi piace un singolo particolare.

Robin ha detto...

Bella la storia dei sassi! Me la devo ricordare perchè per natura tendo a concentrarmi troppo sui sassi grossi ;)

PdC ha detto...

Cara Seavessi, non ti preoccupare, a volte anch'io mi devo spiegare ciò che dico.
Intendevo anche questo in effetti, sono davvero convinta che siano i dettagli a fare la differenza, quante volte una persona ti urta ad esempio più per un dettaglio che per un'enormità?
Tornando a cosa mi definisce: l'inguaribile ottimismo, la convinzione che anche con una pistola alla tempia, ho una via d'uscita.
Tempo fa a scuola alla domanda a chi vuoi assomigliare PdC ha risposto "alla mia mamma, che non si arrende mai".
E' vero e questo mi ha salvato anche quando c'erano tutti i colpi in canna.
Buon venerdì sera, io che amo le piccole cose sono felicerrima che vado a mangiare giapponese con una delle mie sorelle bionde!

Chiaraluce Littledreamer ha detto...

Cosa mi definisce? La sensibilità e la scarsa memoria di sicuro! Ma soprattutto il mio non essere molto fescion... e visto che sono curiosa di sapere se tu lo sei... passa da me, c'è una piccola sorpresa! ; )

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