Quando ci siamo conosciuti, e tu eri il mio capo, e mi dicevi stai zitta un momento e io ci stavo, e neanche ti ricordi più come ci si senta in tale beata condizione
Quando mi hai telefonato un venerdì sera, e hai detto _lunedì comincio a lavorare nella Piccola Città, posso dormire da te? E io ho sgombrato due cassetti e la mia mente, e pensavo non sono pronta, avremmo dovuto pensare e decidere e discutere e valutare di vivere insieme, non così, così ho paura
Quando ci siamo sposati e dopo il pranzo siamo tornati a casa e mia mamma ci ha fatto una foto con in braccio il gatto
Quando siamo andati in viaggio di nozze in Norvegia con la valigia piena di maglioni, e c’era il sole e 28 gradi all’ombra
Quando ho urlato in bagno davanti a un test positivo che mai e mai mi sarei aspettata, e tu sei entrato di corsa con una ciabatta in mano perché pensavi che avessi visto un ragno
Quando volevi fortissimamente volevi una femmina, e adesso ce l’hai, e avevi sottovalutato la potenza di fuoco delle tue due donne incrociate
Quando io e l’Infanta litighiamo e tu stai in mezzo, e ci guardi con gli occhi dell’aborigeno che cerca scampo fra il vulcano in eruzione da un lato e lo tsunami dall’altro
Quando ti becco che guardi l’Infanta dormire
Quando ti vado bene come sono, solo a te in tutto il mondo
Quando lo sai che piango per un piatto rotto ma in realtà del piatto rotto non mi frega una cippa
Quando ci allontaniamo, e ci perdiamo, e con fatica cerchiamo di nuovo di prenderci per mano
Quando scrivo che ti amo in un blog che non sai che esista, perché a voce non te lo so dire, ché non sta bene parlare così dei propri sentimenti, anzi i sentimenti in sè sono una cosa abbastanza sconveniente.
Buon quarantesimo compleanno, MaritoNP, dalla tua scombinata metà.