Seavessi aveva già scritto un post con questo titolo, ma l'argomento era diverso.
O forse no.
Chi segue su fb sa che Seavessi ha vissuto un momento di serrato confronto (per dirla come quelli del PD) con una delle maestre dell'Infanta. Tutto risolto, con qualche strascico di sorrisi verdi .
fatto sta che Seavessi, anche per deformazione familiare, ha seguito il dibattito sull'aumento delle ore di insegnamento, e ora le scappa di dire la sua e vi tocca.
Cara maestra,
lasciami dire che secondo me avete ragione su tutto. 24 ore di aula non sono compatibili in nessun universo conosciuto con una buona qualità di insegnamento, soprattutto nelle condizioni in cui versa la nostra scuola. Che non dimentichiamolo, è o era fra le migliori al mondo prima che passasse la Donna coi Neutrini a fare scempio sullo scempio che già c'era.
E avete ragione sul fatto che le risorse sono poche e mal distribuite, che il vostro lavoro è mal pagato e poco riconosciuto.
Ragione secca e pulita come asciugamani usciti dall'asciugatrice. Senza ma e senza benaltro.
Perciò maestra (o insegnante, o prof), dobbiamo pensare che abbiamo un problema, se nonostante tutte queste ragioni ci sono tante persone - tanti genitori - che bofonchiano andassero a lavorare e non rompessero l'anima.
tendenzialmente, ho letto-sentito dalle amiche insegnanti commenti del tipo chi non insegna non sa cosa vuol dire.
Vero.
E allora, maestra, spiegacelo. Ma troviamo il modo giusto, perché forse neanche tu sai cosa vuol dire quello che c'è fuori dalla scuola, forse nessuno sa davvero cosa c'è nelle vite degli altri.
Perché maestra, te lo dico con sincerità, alcuni argomenti che usi mi fanno partire l'embolo.
Sai maestra, quando dici che 18 ore sono fin che mai, sono troppe, mi vengono in mente tutte le volte che hai sospirato eeeeeeh, certo, con tutti e due i genitori che lavorano... ma chiedere un part time?, e io mi son sentita una merda perché non potevo essere a casa prima delle sette, e chiedere il part time, onestamente, vacci tu e vediamo cosa ti dicono. E tu hai ragione che 18 ore di aula sono abbastanza, ma ogni tanto ricordati di quello che succede fuori da quell'aula.
Lo stesso, quando dici che sei pagata poco e considerata peggio, dai genitori non parliamone, hai ragione, su tutta la linea. Ma non dirlo come se pensassi che invece gli altri lavori abbiano retribuzioni da favola e si svolgano sotto nuvolette rosa da cui piovono riconoscimenti dorati. Piuttosto facciamo fronte comune, perché guarda un po' l'insegnamento è una professione tipicamente femminile e oh sorpresa, è mal pagata e mal riconosciuta. Maestra non dirmi chi non insegna non sa, tutte le donne e peggio ancora mamme lavoratrici sanno, ooooh se sanno.
E quando ti lamenti di avere a che fare con classi di piccoli o medi o grandi maleducati, maestra, lasciami dire: pensi che tutti quelli che vengono al mio sportello, o i pazienti che visito, o i clienti che si presentano alla mia cassa, o i titolari del mio negozio siano tutti emuli di Monsignor Della Casa? Maestra, permettimi di fare un piccolo appunto: una lamentela ripetuta all'infinito non la ascolta più nessuno. I miei genitori sono stati rappresentanti di classe per circa 20 anni, fra me e mia sorella, e morire che si siano mai sentiti dire sì, buona classe, si lavora bene. Sempre classi difficili e poco attente, ma non parliamo di ammutinati del Bounty, ma magari di una seconda media in cui alcuni, quando entra "quella di inglese" hanno così paura che vomitano. Letteralmente.
Cara maestra, e in questo "cara" non c'è nessuna ironia, io so che fai un lavoro prezioso e difficile. E so che hai ragione quando ti lamenti, e hai ragione quando rivendichi, e hai ragione, e basta. Ma in tutta questa ragione, troviamo un modo di parlarci un po' meno arroccato e arrochito di posizioni prese.
Maestra, spiegami. Perchè io non conosco la tua vita e il tuo lavoro, ma anche tu spesso sembri non conoscere la mia.
Con immensa, immensa stima.
Seavessi