lunedì 30 aprile 2012

Ode alla bismammitudine


Seavessi non ha dosi tali di autostima da pensare che comunque vada sarà un successo.

Seavessi ha molto temuto l'arrivo di Revoluciòn, da quando ha visto le due righe rosa sul test, o forse pure da prima.

Seavessi desiderava con tutto il cuore un fratello / sorella per l'Infanta, ma allo stesso tempo temeva l'impatto su  un equilibrio appena ritrovato, sul suo essere mamma semisingle per 11 mesi l'anno, sul mammesco equilibrismo che sembra sempre così fragile e precario, e invece chissà come non crolla mai.

Ma sappiamo che fatica che ci va a non farlo crollare.

Ora Revoluciòn ha quasi tre mesi e mezzo.

Revoluciòn che si è affacciata alla vita familiare portando con se il gelo siberiano di fine gennaio e l'ondata di febbre a 40 che ha steso financo nonni e cugini.

Revoluciòn, la donnina del _chi ben comincia.

Revoluciòn.

Revoluciòn?

Revoluciòn è una meraviglia.

La bismammitudine è un miracolo.

Come ogni miracolo, ha del misterioso. Elenchiamo (eheheh, vi mancava eh??) alcuni misteri gaudiosi (sì Lucy, lo so che è lunedì, non mi ricordo mai i misteri giusti dei giorni...) della bismammitudine.

1- il tempo si dilata, non si sa come né quando. Con UN figlio non si ha mai tempo per niente. Con DUE, misteriosamente, riesci pure a tenere a posto la casa, cucinare cupcakes, bloggare, organizzare la festa del promigenito. Come? Boh. Mistero, appunto.

2- con UN figlio, se ti ritrovi da sola con lui tutto il giorno ti vien male. Con DUE figli, il giorno che rimani tutto il giorno da sola con la tremesenne (giuro, provato ieri) ti sembra di stare in vacanza alle Maldive. Perché? Aridaje. Mistero.

3- con UN figlio _aaaaaaaaaaarghhhh pediatressa aiuuuuuto! Venga subito, ha uno sfogo sul pancino!!! con DUE figli _cosa sono sti puntini? boh, avrò messo troppo ammorbidente in lavatrice... gli cambio il body.

4- con UN figlio _aaaaarghhhhhhhh non metterlo in bocca! Ferma! non l'ho sterilizzato! con DUE figli _aaaaaaaaaaaaaaaaaargh ferma Infanta! Non puoi dare la Nutella a Revoluciòn, gli americani dicono che non è sana!


5- con UN figlio _Buonanotte, Infanta amore mio.




con DUE figli 

_Buonanotte amori miei, datevi un bacio.

giovedì 26 aprile 2012

I love your blog

Come si fa a resistere a una cosa che somiglia così tanto a un elenco?
Chiaraluce, grazie di cuore. La parte difficile sarà passare ad altri ma... vediamo:

1) Qual è la tua rivista di moda preferita?
ehm.


Perchè invece non parliamo della serie di Fibonacci? E' una figata la serie di Fibonacci. Quando ho partorito Revoluciòn qualcuno mi ha portato in ospedale Vanity Fair, non era male. Ma che dicesse qualcosa anche do moda, non ricordo. Oh, c'avevo l'anestesia in circolo. Se qualcuno vuole controllare,. era Vanity del... boh? 20, 21 gennaio. Ricordo di aver notato che la data era posticipata, cioè io la leggevo il 18 ma era datata tipo 21.

2) Chi è il tuo cantante/band preferito?
Ce l'ho. Cèlo. La so.
No caspita, è che ne ho troppi.
il Vasco, Paolo Conte, i Queen, i Beatles, i Modena City Ramblers, Guccini, Mika, De Andrè.
Se devo dirne uno solo solissimo dico Paolo Conte. ma è una crudeltà.



3) Qual è la tua YouTube Guru preferita?
vale la Nigella? 


4) Qual è il tuo prodotto makeup preferito?
gli ombretti minerali luccicosi. Poi non li so mettere, ma mi piace vederli tutti sbrilluccichi nelle loro boccettine.

5) Dove ti piacerebbe vivere?
Al mare. Ovunque.

6) Qual è il tuo film preferito?
e te dai, solo uno. Facciamo tre. L'Uomo dei Sogni, 2001 Odissea nello Spazio e A Qualcuno Piace Caldo.

7) Quante paia di scarpe possiedi?
Il minimissimo indispensabile. Ho il 35, ODIO cercare le scarpe perchè non le trovo mai, e ho i piedi vescicosissimi. Metto solo scarpe comode (e qui mi crolla il fescion, lo so).

8) Qual è il tuo colore preferito?

Verde, tutti i verdi possibili.




A chi passo?

Alla Tina,
alla Vale
alla Dabo.
alla Lucy

ah, mi piacerebbe che Doug 
1- si decidesse a bloggare pure lui una buona volta, tanto ti scappa, neh che ti scappa?
2 - se gli va rispondesse alle domande su musica, film ecc. Gli condoniamo la parte del trucco.

venerdì 20 aprile 2012

Definizioni

Ohmy. Allora Seavessi non è l’unica vittima del Terrore corre sul filo. Oh basta là.
E che commenti bellissimi. Seavessi non ha bisogno di google Analytics per sapere che il suo blog viene letto da gente meravigliosa.
In particolare, mi è rimasto impresso un commento di PdC, e cioè che è anche questo tipo di paura a renderci vivi.
La paura ci rende vivi? Mah. Forse.
Ma Seavessi continuava a rimuginarci, e alla fine ha capito cosa intendeva PdC (Seavessi c’ha i suoi tempi, come il carbonio 14).
Il senso, forse, era che a renderci vivi, in un certo senso a definirci, sono queste caratteristiche che sembrano secondarie.

La sapete quella bella storia del professore che fa una lezione e spiega che nel barattolo della tua vita ci vanno prima i sassi grossi, famiglia amore lavoro salute, poi i sassi più piccoli, poi la ghiaia e solo alla fine la sabbia, e sopra tutto c’è ancora spazio per una birra?

Il senso è piuttosto ovvio, occhio alle priorità che ti dai perché non puoi impazzire per tutto.
Ma forse forse c’è un secondo senso, più sottile , o forse se lo sta inventando Seavessi anche alla luce di una piccola, piccola avventura che sta vivendo in questi giorni, e va bene lo stesso.

Il senso è che senza la sabbia (e la birra) il barattolo non è pieno. Non puoi riempire il barattolo solo con sassi grossissimi, perché più son pochi e grossi i sassi che ci metti più nel barattolo rimarrà spazio vuoto.
La sabbia è importante quanto i sassi, perché se nessuno vuole una vita piena di fuffa, altrettanto spiacevole può essere una vita piena di spazi vuoti.

Da mamme, da genitori (Doug, sai che non ho capito se hai figli?) questo senso secondario di una storiella carina diventa molto importante, perché i fetentissimi pargoli, per quanto tu t’ammazzi a dare un esempio vivente di onestà amore laboriosità rava e fava, tendono a ricordarsi piuttosto quella volta che hai spiaccicato di uovo malcotto il pavimento della cucina cercando di imitare Ravaioli.
E non dite che non è vero. Amiamo i nostri genitori perché sono belle persone, ma infinitamente di più perché ci hanno portati al mare in pieno inverno e si sono inzuppati i jeans con noi ridendo come pazzi.

Del resto.

Vi ricordate quando avevate 15 anni (tu Lucy lascia perdere ché 15 anni li avevi un quarto d’ora fa) e amavate alla follia boh, una take that a caso?
Quanto vi piaceva sapere che al tiziocaio in questione piacevano i gatti di peluche piuttosto che le anaconde di gommapiuma, la pasta con le sarde piuttosto che il polpettone? Perché, consapevolmente o meno, abbiamo l’impressione che le persone siano definite dai dettagli piccoli, quelli che sembrano superflui.

Del resto il concetto di definizione è proprio questo, no?

E voi, cosa vi definisce?

Disse Seavessi, mentre meditava che l’Infanta ha giusto giusto l’età per essere portata allo stadio a cantare.

mercoledì 18 aprile 2012

Monsters & Co.

C'era una volta una Seavessi non proprio piccola ma neanche grande, in quell'età in cui ogni cosa è una meraviglia o una tragedia e spesso tutt'e due insieme, e i colori sono così vivi da fare male agli occhi, e niente ma proprio niente è sfumato.

Quella Seavessi lì, come ogni suo pari età che si rispetti, c'aveva grossa grisi, non sapeva più quando stava andando e quando stava facendo. Spesso miagolava nel buio.

In particolare era di una timidezza ridicola, talmente imbarazzante che piuttosto che ammetterla preferiva passare per scorbutica o per cretina. O, di nuovo, per tutte e due.

In particolare, again, questa orribile timidezza si manifestava in due modi. Uno era la paura di entrare nei negozi, specialmente quelli carini, specialmente quelli "nuovi" in cui la commessa non era una faccia amica.

L'altro, quasi peggio, era il Panico da Telefono. E dire che i cellulari erano ancora strani oggetti antennuti. Solo l'idea di telefonare a qualcuno, di irrompere - interrompere la vita di qualcuno che sicuramente aveva meglio da fare, il sentirsi un'invasione non voluta nè richiesta, ecco solo  l'idea mandava Seavessi in crisi mistica. OPvvio che era esagerato, ma era come quando la giacca appesa alla maniglia che di giorno non noti nemmeno, di notte e col buio diventa un mostro in agguato nell'ombra, e fissi il soffitto e non riesci a dormire.

Ovviamente poi è passata.

Da dieci anni Seavessi fa un lavoro per cui sta attaccata al telefono sei ore su otto, buttando giù dal letto amministratori delegati, colleghi in strane parti del mondo che han fatto l'errore di non spegnere il cellulare aziendale di notte, tutta gente mai vista né mai più rivedenda che avrà pure tirato diversi accidenti.
Ma Seavessi non ha mai fatto una piega, e s'era dimenticata della giacca appesa alla maniglia.

Stamattina Seavessi doveva fare una serie di telefonate, fra cui una noiosa (niente de che, chiamare l'INPS per un chiarimento sulla maternità facoltativa).

Ed eccolo lì.
oddio ora chiamo e sicuramente non mi sapranno dire, mi tratteranno male perché non capisco e capirò ancora meno, non ci capirò niente e dovrò spiegare in  ufficio che non ci ho capito niente e mi smadonneranno anche lì, oddio non ce la faccio.

Bocca secca, mani che tremano. Cuore a mille.

Cazzo, era ancora lì nascosto.

Ovviamente poi è passata, Seavessi ha fatto quella telefonata e pure le altre, chè siam mica qui a tagliare i bordi ai tost, siam passi?, e ovviamente non c'è stato un problema a pagarlo oro. E, fortunatamente, le tristezze di Seavessi durano otto minuti, poi passa una mosca e se le dimentica.

Ma è così frustrante. Seavessi pensava di non essere più quella persona spaventata, invece la persona spaventata s'era solo nascosta bene, pronta a fare cucù quando ormai una si sente al sicuro, si sente sicura.

C'è un motivo se non rivolgo la parola al mio inconscio.

martedì 17 aprile 2012

L'amore ai tempi dell'Asilo

All'asilo dell'Infanta c'è un cinquenne, bello da fare male al cuore. Chiamiamolo Filippo, come il principe della Bella Addormentata.
Filippo è un piccolo gigante buono, alto quasi come Seavessi (ok, non che ci vada chissà che), con gli occhi che ridono e una pazienza da santo, e per qualche oscuro motivo un debole per l'Infanta.
Seavessi lo guarda con gli occhi di chi spera di imparentarsi, un giorno, con lui.
Perchè di uomini così non ce n'è rimasti molti sulla piazza.

Fuori dall'asilo, pomeriggio, esterno giorno.

I fringuelli appena usciti dall'asilo, dove sono stati insieme a scapicollarsi tutto il giorno, non trovano di meglio da fare che cercare di spaccarsi il tenere cranio correndo e arrampicandosi su e giù per una scala di pietra che dalla strada dà al cortile interno dell'asilo.

Filippo e l'Infanta giocano a nascondino, laddove Filippo si nasconde dietro alle colonne (con effetto guarda, cosa vedi? un dito! Allora mi son nascosto bene!) nel cortile interno, l'Infanta sulla scala conta e lo va a cercare.

Contenti loro.

A un certo punto Seavessi si distrae. Dopo poco si gira e vede l'Infanta intenta a discutere complicate vicende di Miniponi con le altre piccole iene par suo.

Mmmmm.

Trova il particolare che manca.

_Infanta, ma dov'è Filippo?

_eh?

_Filippo, non dovevi andarlo a cercare?

_ (ooops! I did it again!)

_Filippo, Filippo gioia dove sei? Oh caro ma da quanto sei lì dietro? Vieni fuori! Infanta chiedi scusa a Filippo!

Filippo (corre fuori abbracciando la piccola smemorina) _fa niente Infanta, vuoi metà merendina?

Ladies, io voglio questo genero qui.

_



domenica 15 aprile 2012

Affondata

Seavessi _Infanta!!! Infanta dove sei? (oh caspita mi son messa a leggere Calvin e Hobbes e mi son dimenticata la figliolanza... silenzio inquietante che promette niente del tutto di buono)

Infanta _ Guardo la tele!

Seavessi _ oh, ok... (ripensandoci e scovando l'inghippo) Infanta cos'è già che guardi?

Infanta _guardo la barca che affonda...

Seavessi _argh (maledetto Titanic! Con l'Infanta ancora traumatizzata dal Giglio che si sognava di notte le navi arenate! Con gli squali! Che chiedeva se al Giglio c'erano gli squali a fare compagnia alle persone! Maledetti squali da giardino! Non ci voleva sto centenario fra le ball non ci voleva sto centenario.)

Infanta _mamma la nave è affondata (con voce turbata)

Seavessi: eh lo so amore mio, ma è stato tantissimo tempo fa, poi vedi lì il Carpazia che li va a salvare... vedi che hanno il salvagente, non si son fatti male (sì, le mamme mentono. Sapevatelo, non è stato lo gnomo dei ciucci a portarvi via il ciuccio a tre anni)... mettiamo Pippi sull'altro canale... (che vuol dire proprio stare alla disperazione. Lo step successivo è piazzarla davanti al GF.)

Infanta _ma tanto tempo fa? Quando io ero nella pancia?

Seavessi _nooooooooooo molto prima, non era nella pancia neanche Nonnobis!

Infanta _Ma proprio tanto tantissimo tempo fa? Oh mamma, ma allora tu c'eri!

Seavessi _eh, d'altra parte è così (oddio che è? un capello bianco! arghhhhhh)

venerdì 13 aprile 2012

Appunti rivoluzionari

Revoluciòn _ghghghghgh!!!

Seavessi _gnappetta! mostriciattola! puzzolina di mamma!

R _uap (buondì genitrice, come stiamo oggi?)

S _cuccicu! (buongiorno mio piccolo splendore con gli occhi grigi, che scura come sono io sembra che a te e all'Infanta vi ho ordinate sul Postalmarket. Lo sai che hai quasi tre mesi? E' importante, compiere tre mesi!)

R_bllllll (ne sono conscia; del resto ritengo, da quando ho la mia camera, i miei spazi, il mio Aifon)

S _sìììììììììììì (non te lo sognare neanche)

R _hghghh (c'ho provato, dicevo ritengo di avere raggiunto una apprezzabile maturità e indipendenza, concordi?)

S _ghirighirighiri (e infatti apprezzo amore mio. Avevo tanta paura che ti sentissi isolata in camera da sola, già non ti allatto, sai, il bonding...)

R _uot?  (uot?)

S_ uahuahuah ha detto uot!!! (no dico il bonding, il legame specialissimo fra me e te che non si capisce tua sorella e tuo papà dove dovrebbero piazzarsi in questo bonding, nanna insieme e occhi negli occhi... il bonding, eddai.)

R _aeaeaeooooooo (ma'! guarda cos'ho trovato! cos'è questa roba morbida, va che caarinaaaaaaaaa ora provo a ciucciarla un po'...)

S _ammmoremio! (è la tua mano cara, ed è bellissima. Ma sii seria... ti senti bondizzata? no perchè lo so che non è come quando era piccola tua sorella, tu hai una mamma in condominio e probabiolmente anche con la facciata da rifare...)

R _gup (sii seria tu. Io sono una bambina, i bambini sono serissimi, se ne infischiano del bonding, sanno che la mamma gli vuole bene e per il resto che Dio ce la mandi buona. Son persone serie, i bambini. Va che bel sorriso che ti faccio adesso, eh? va che bello!!!)

S _(con le lacrime agli occhi) oh che sorrisone Revoluciòn mia!

R _gheeeeeeeeeeeeeeee! (sì genitrice, sì, ma non ti sbrodolare, tutte ste smancerie... sii seria. Fammi le pernacchiette sulla pancia, altro che bonding. Metti via quelle riviste e dammi i bacioni, grazie)

mercoledì 4 aprile 2012

il Pessimismo è il profumo della vita.


Un blog dal nome Pessime Mamme non poteva che essere Pessimo. E infatti è rimasto fermo per una vita, e non solo, si è pure spanata la posta, o almeno io (Seavessi) non riesco più ad accedere. E non bastasse, la povera FM dopo aver mandato avanti la baracca da sola per mesi si è anche stufata.

Mea culpa mea culpa.

Ma da brava Pessima Mamma barcollo ma non mollo, per cui:
dove eravamo rimasti? Proviamo a riprendere le fila tutte insieme?

C'è un nuovo indirizzo a cui mandare le Pessime Storie, e a breve riordinerò le storie già pubblicate.

C'è una nuova Pessima Figlia nella mia vita, e da brava madre degenere l'ho spedita in camera sua a cinque settimane di vita. E da allora dorme, alla faccia di tutte le teorie sul cosleeping che mi sono letta in gravidanza.

C'è un nuovo Pessimo fidanzato nella vita della mia quattrenne.

Ci sono un sacco di cose di cui parlare.

Di cosa vi piacerebbe parlare?

martedì 3 aprile 2012

Le cose

Nonostante una lieve patina di civilizzazione, che a volte trae in inganno chi poco la conosce, Seavessi è culturalmente parlando una specie di indigeno dell'Amazzonia.
Non teme che una fotografia le rubi l'anima, ma poco ci manca, essendo Seavessi, nel suo profondo, un'animista convinta.
Convinta ovviamente di una serie di sciocchezze.

Stamattina Seavessi è vittima della ribellione della sua casa.

Il caffè s'è rovesciato sull'ultima maglietta non rigurgitata, e Seavessi è rimasta senza magliette pulite (e chissene) e senza caffè. Per spiegare la gravità della faccenda, diremo che secondo Seavessi il Maya che una mattina s'è svegliato e ha previsto la fine del mondo era perché aveva finito il caffè pure lui.
Il telecomando di Scai s'è nascosto, l'infame, sotto i cuscini del divano ed è saltato fuori all'ultimo quando ormai Seavessi in pigiama alle 08.25 stava per suonare alla vicina per elemosinare mezz'ora di televisione.
Il cellulare s'è scaricato proprio mentre dopo 20 minuti di attesa qualcuno ha risposto al numero verde dell'inps.
Seavessi ha voglia di tornare a letto, ma probabilmente le lenzuola tenterebbero di strozzarla.

Sì sì ok, è tutto spiegabile con un po' di stanchezza e distrazione... ma nell'intimo (immaginate Seavessi seduta davanti al caminetto in tenera intimità col suo mononeurone) Seavessi sa benissimo che stanchezza e distrazione sono la copertura usata dai malvagi oggetti che la circondano per farle del male e rovinarle l'umore.

E poi Seavessi vorrebbe tanto sapere dove porcaescort è andato a cacciarsi Jane Eyre che lo stava leggendo ieri sera e adesso è sparito, e sicuramente rispunterà fuori tipo dentro l'asciugatrice o in mezzo al giardino.

Ma a voi le cose  non fanno mai i dispetti?

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