venerdì 18 maggio 2012

Contorni

Seavessi ne avrebbe da raccontare, di questa settimana, di questa festa che è venuta fuori una roba tipo MySuperSweet16, dell'Infanta che ha quattro anni e il prossimo giro ne fa cinque, oddio CINQUE non è possibile, io prenoto per Cuba, di Revoluciòn che oggi ha quattro mesi e ride e ha le fossette di MaritoNP.

Ma è stata una strana settimana, una settimana bellissima, ma dai contorni inquieti, una settimana in cui da cose minime sono partiti pensieri grossi (lo dice, l'Infanta, mamma ho un pensiero grosso. Quando lo dice meglio allacciare le cinture).

Il tema di questa settimana? L'affetto.

L'affetto per le amiche, senza ahimè le grandi dichiarazioni di sempiternità che Seavessi maneggia con diffidenza (e infatti è lieta di essersi impegnata ad amare e rispettare MaritoNP non per sempre, ma ogni giorno).
L'affetto che però anche se non lo dichiari su facebook con link sgrammaticati ti scalda il cuore lo stesso.
Le amiche che c'erano. Che magari per un po' non ci sono. Che magari poi ci sono di nuovo.
E questa libertà, questo vai dove vuoi tanto qui hai una casa dove tornare (e non dovrai spiegarti, metteremo su un caffè e parleremo di sciocchezze), è quello che Seavessi, sociopatica malmostosa e anaffettiva, può amare dell'amicizia.

per cui:

tu che setacci rena dalle vongole dei miei pensieri, più e più volte anche dopo averli cotti, tu che rispondi al telefono anche se sai che dall'altra parte c'è una grossissima minch sciocchezza che aspetta di essere detta, tu che in quello strano momento di lunedì in cui i pianeti si allineavano e il prosecco frizzava non c'eri, ma hai risposto al telefono ed eri lì pure tu. Grazie.

tu che c'eri da un po', e po senza che neanche ci salutassimo al mattino, e poi c'eri,e poi non c'eri più, e poi c'eri di nuovo e morire se riesco a capire il perché di uno qualsiasi di questi esserci, tu che mi son sentita più volte chiedere _ma di che cosa parlate, cosa avete da dirvi voi due? tu che in realtà di cose da dire ne abbiamo sempre trovate, tu che ieri versavi bollicine e sguardi allucinati. Grazie.

tu che c'eri e ci sei e ci sei da quando me ne posso ricordare, e condividi zie putative e ricordi di collant bianchi, grazie. Tu che non chiedi perché, tu che con te non  mi vergogno di niente, io che mi vergogno praticamente di tutto, tu che mi fido, tu che sì. Grazie.

Perchè ha ragione la Psycopasticcera, bisogna dire grazie.
Possibilmente senza link sgrammaticati su fb.

Anche il post di domani sarà un grazie.







5 commenti:

mandorlina ha detto...

mamma mia, come dev'essere bello essere la destinataria di questo post! sono commossa perfino io..

Ata ha detto...

Bello.

La ragazza di Bottega ha detto...

... perché i fazzoletti non sono mai dove servono?

Tè ciapa lì, magari un po' di magone ti torna indietro!

You ain't never been blue, no, no, no
You ain't never been blue
Till you've had that mood indigo
That feeling goes stealing down to my shoes
While I just sit here and sigh
Go along blues

PdC ha detto...

è vero, bisogna imparare a dire grazie, altrimenti si rischia di dare tutto per scontato

la tina ha detto...

tu che mi fai un sacco ridere e quando poi ridi con me è bellissimo, tu che quella sera quando mi emozionavo come una pirla atomica mi veniva da cercarti con lo sguardo, tu che sono troppo belle le tue figlie e la festa è stata più figa di tutte quelle che io abbia mai fatto per me.
grazie.

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